Opere

"Materiale/Spirituale" acrilici su tela 100x100 anno 2018

"Tra luci ed ombre" acrilici su tela 100x120 anno 2018

"Filo/Life" acrilici su tela 100x70 anno 2020

"Elevation" acrilici su tela 70x50 anno 2019

"Cicle of life" acrilici su tela 100x100 anno 2018

"Paradise lost" olio su tela 100x100 anno 2019

"La giocatrice di scacchi" olio su tela 100x100 anno 2020

"Il risveglio dello Spirito" acrilici su tela 100x100 anno 2021

"Jacob's ladder (Verso la Luce)" olio su tela 100x100 anno 2020

"Cosmic egg" olio su tela 50x100 anno 2019

"Urlo" acrilici su tela 50x50 anno 2020

"Eros e Thanatos" acrilico su tela 100x100 anno 2024

Ess.Enza

sessavince@gmail.com

Diafani equilibri

Simbolo e inconscio nella pittura di Enza Sessa

Ad Enza Sessa appartiene una ricerca articolata e molteplice che si esprime con diversi linguaggi espressivi che vanno dall’Informale al Materico, dal Realismo tout court al Surrealismo di bretoniana memoria.

L’interesse è rivolto ad una pittura che si sleghi dai complessi e ricchi meandri del profondo e sia resa visibile attraverso simbolismi e iconografie che ne svelino la bellezza e i significati, specchio dell’animo dell’artista. Un tenero protagonismo carico di pathos, sensualità e sorpresa, è dedicato alla figura femminile, effigiata nelle belle fattezze della Sirena che, tra onde d’argento e tuffi curvilinei, narra notti di fiaba e d’incanto, incarnazione dell’unione perfetta di ferinità e umanità, istinto e ragione, cara al mito e anelito d’una perfezione tanto preziosa quanto perduta. Donne in metamorfosi, creature della Natura che con essa sono tutt’uno, come la novella Dafne, naiade dal corpo di fronde e fiori o la misteriosa Iride, avvolta da ali bianche sposa del vento, o Gea distesa d’ebano dormiente, che con la sua chioma mogano, domina le lande. Le forme muliebri sono costruite, sovente, su geometrie sospese, studiate, specularmente, anche nel cromatismo e lo spazio stesso diventa una danza: linee rigorose e strutture diafane attraversano i corpi, li narrano, li liberano. L’artista disattende gli equilibri, elude le prospettive, suggerisce dimensioni attingendo all’arcano e impreziosendo la composizione di simboli antichi e contemporanei: le foglie, dilette, in corone, dagli eroi e dai poeti, emblema di ciclicità e rinnovamento, attendono, volanti e decontestualizzate, in un’atmosfera magica e atemporale; l’occhio che, primeggiò nella ricerca trascendente e spirituale di Odilon Redon, è interpretato quale strumento per vedere al di là delle apparenze e abbraccio e comprensione dell’oltre, il pavimento a scacchi cita le indagini di Man Ray e il dadaista Entr’acte di René Claire, in cui le immagini, scevre dall’obbligo di produrre un senso narrativo, divengono vere protagoniste. In tale metaforico, affascinante universo di rappresentazioni, significativa, è la presenza del serpente, animale che in numerose culture è foriero e custode di una coscienza espansa, non a caso araldo di sapienza avvinto al caduceo di Hermes, sibilante capacità di accedere a livelli conoscitivi superiori spesso preclusi, conquistabili solo attraverso un atteggiamento di apertura all’ignoto del proprio mondo interiore. La continua sperimentazione di Enza Sessa appare coerente con i rimandi onirici, precipui dell’avanguardia surrealista nemica del raziocinio, presenti in una cospicua parte della sua produzione artistica, soprattutto quando affronta l’Informale, che si attesta quale indagine regina nell’esternazione spontanea e impulsiva di sentimenti e percezioni. La libera gestualità, anche materica, che da’ vita all’Informale dell’artista, infatti, affranca le energie segrete e le sensazioni dell’inconscio, che divengono vibranti spirali in universi cangianti nei quali un raggio improvviso ne illumina, simultaneamente, più fulcri e la tela s’accende di rubino e oro, d’indaco e pervinca, di smeraldo e madreperla: è il cuore dell’artista che, pulsando, cinge e attraversa la raffigurazione, rivelandosi della stessa sostanza dell’arcobaleno.

Antonella Nigro

Critico d’Arte